Ai tempi di Capitan Harlock, nel trentesimo secolo, la tecnologia ha fornito ai navigatori, che si spostano tra le stelle invece che sui mari, strumenti pressoché infallibili. Stabilire la rotta nello spazio è un compito che spetta sempre al capitano, ma i complessi calcoli che comporta sono affidati a sofisticatissimi computer di bordo. Quello dell’Arcadia, in particolare, è decisamente avanzato, nonché dotato di qualcosa di estremamente umano: l’anima e l’intelligenza del suo costruttore Tochiro, grande amico di Harlock, fusosi per sempre con la sua creazione più sorprendente, l’Arcadia appunto, al momento della sua morte fisica. Riguardo alle mappe, continuano a esistere, ma il più delle volte non sono su carta bensì elettroniche, file di computer visionabili su schermi giganteschi, grazie ai quali è possibile osservare ogni angolo del cosmo, perlomeno di quello già conosciuto. Niente pù cannocchiali, bensì avveniristici telescopi. Niente bussole e niente sole per orientarsi, ma ammassi stellari, nebulose, radiofari, rotte spaziali. Tra decine di indicatori, oblò, luci lampeggianti, apparecchiature elettroniche, lancette, scritte luminose, i compiti dei pirati dello spazio si sono decisamente semplificati rispetto a quelli dei loro colleghi di oltre mille anni prima, ma i pericoli che devono affrontare sono diventati ancora più grandi.
mercoledì 19 aprile 2017
MAPPE & BUSSOLE, COMPUTER & TELESCOPI
Ai tempi di Capitan Harlock, nel trentesimo secolo, la tecnologia ha fornito ai navigatori, che si spostano tra le stelle invece che sui mari, strumenti pressoché infallibili. Stabilire la rotta nello spazio è un compito che spetta sempre al capitano, ma i complessi calcoli che comporta sono affidati a sofisticatissimi computer di bordo. Quello dell’Arcadia, in particolare, è decisamente avanzato, nonché dotato di qualcosa di estremamente umano: l’anima e l’intelligenza del suo costruttore Tochiro, grande amico di Harlock, fusosi per sempre con la sua creazione più sorprendente, l’Arcadia appunto, al momento della sua morte fisica. Riguardo alle mappe, continuano a esistere, ma il più delle volte non sono su carta bensì elettroniche, file di computer visionabili su schermi giganteschi, grazie ai quali è possibile osservare ogni angolo del cosmo, perlomeno di quello già conosciuto. Niente pù cannocchiali, bensì avveniristici telescopi. Niente bussole e niente sole per orientarsi, ma ammassi stellari, nebulose, radiofari, rotte spaziali. Tra decine di indicatori, oblò, luci lampeggianti, apparecchiature elettroniche, lancette, scritte luminose, i compiti dei pirati dello spazio si sono decisamente semplificati rispetto a quelli dei loro colleghi di oltre mille anni prima, ma i pericoli che devono affrontare sono diventati ancora più grandi.
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