mercoledì 13 marzo 2019

NUOVA EDIZIONE PER DANGUARD A




Il manga Danguard Ace (惑星 ロ ボ ボ ン ー ー ド ド A) di Leiji Matsumoto (松本 零 士) verrà a breve ristampato in una lussuosa edizione a opera dell'editore Fukkan. Consisterà in due volumi in formato B5 pubblicati a maggio e giugno 2019.
Tale edizione, oltre al manga di Matsumoto, ospitato con le sue pagine di apertura a colori, conterrà anche un manga di 50 pagine disegnato da Yū Okazaki (岡 崎 優) e un altro di Yoshihiro Moritō (森 藤 よ し ひ ろ). Il tutto sarà accompagnato da molte illustrazioni e materiali extra.
Il manga di Danguard A nasce nel 1977. Nella seconda metà degli anni Settanta, i robot giganti spopolano sulle televisioni giapponesi. Merito soprattutto di Go Nagai che, con Mazinger Z nel 1972 e molti altri robot successivi, crea un vero e proprio filone. La principale casa produttrice di questi anime è la Toei con cui però, dopo anni di collaborazione, Nagai ha un diverbio che lo spinge ad allontanarsi. La Toei corre ai ripari cercando di reclutare altri nomi famosi, e fra questi vi è Leiji Matsumoto, spinto proprio a creare una nuova serie robotica. Famoso per opere fantascientifiche, Matsumoto non ama quelle dedicate ai robot giganti, probabilmente è proprio per questo motivo che la sua Wakusei Robot Danguard Ace (Danguard Ace, il robot planetario, 1977, 56 episodi) si dimostra decisamente innovativa. Innanzitutto Matsumoto scardina la struttura tradizionale delle puntate che impone che ogni episodio ruoti attorno all'immancabile scontro tra robot giganti. Il protagonista Takuma Ichimonji deve sì combattere contro forze ostili, ma per farlo deve prima addestrarsi alla guida del robot gigante Danguard A. Buona parte della serie ruota quindi attorno al suo duro addestramento e al rapporto col suo severissimo istruttore, il capitano Dan dal volto coperto da una maschera di ferro.
Le prime puntate della serie sono quindi un succedersi di addestramenti di volo (affascinanti i voli sui caccia), che si alternano ai primi scontri col nemico. Matsumoto infonde una particolare atmosfera malinconica alla serie (indimenticabili le sequenze in cui il cattivo suona la quinta sinfonia di Beethoven su un organo a canne), mentre al character design Shingo Araki dimostra tutto il suo valore e mette la propria firma sul protagonista dotandolo di enorme capigliatura al vento e occhi grandi e allungati. La seconda innovazione è data dal robot stesso, Danguard è infatti trasformabile in un enorme caccia. Matsumoto sostituisce la combinabilità dei robot di Nagai con la trasformabilità. Takuma guida un piccolo caccia che non è altro che il casco di Danguard, che andando a incastrarsi sulla testa di quest'ultimo ne diventa la cabina di guida. Danguard, ruotando alcune parti del corpo e piegando braccia e gambe, si trasforma in astronave meravigliando il pubblico e facendo la felicità dei produttori di giocattoli, che hanno un nuovo "gioiellino" da immettere sul mercato. Come consuetudine per quei tempi Matsumoto realizza contemporaneamente il manga e, libero dai vincoli Toei, può concentrasri maggiormente sui personaggi, calcando maggiormente su quelle atmosfere romantiche e malinconiche che lo caratterizzano. Purtroppo la serie dura solo due volumi, ma abbastanza per entusiasmare i fan del maestro.

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